domenica 11 settembre 2016

Libertà per Ajith - Dopo quella ampia del luglio 2015 - riprendere con forza la campagna in Italia - info csgpindia@gmail.com



Rilasciare Murali Kannampilly alias Ajith immediatamente dalla Prigione Centrale di Alta Sicurezza di Pune: solo così si può salvare la sua vita.
È quello che attivisti per i diritti democratici, comitati di intellettuali e per le libertà civili, chiedono al governo del Maharashtra e al Governo centrale.

Ormai, le persone in tutto il paese e nel mondo sono venute a sapere che il Com. K Muraleedharan è stato ricoverato in un ospedale governativo di Pune poiché soffre di un grave dolore al petto. Dal momento che la polizia non ha permesso la presenza di un infermiere come consigliato dai medici che lo curano, egli ha iniziato lo sciopero della fame. Allora la polizia, contro il parere dei medici, lo ha rimandato indietro costringendolo a ritirare lo sciopero della fame. Ora la sua salute è in condizioni precarie all’interno della prigione.
Così, insieme con il Prof. Noam Chomsky e altri attivisti per i diritti democratici in tutto il paese e nel mondo, chiediamo che gli sia concesso il rilascio provvisorio su cauzione oppure gli si permetta di accedere all’ospedale: sola cosa che può salvare la sua vita. Ha già subito un intervento chirurgico con applicazione di bypass per la sua malattia di cuore. In questo contesto, diamo adesso un breve profilo del Com. K Muraleedharan.
Murali Kannampilly, o K Muraleedharan, o compagno Ajith come è più comunemente conosciuto (lo pseudonimo che usa quando scrive) era un rivoluzionario che seguiva la politica comunista fin da quando era giovane studente ed è stato poi attratto dal movimento naxalita nel tempo in cui conseguiva la sua laurea in ingegneria. Murali, che aveva aderito al movimento quando era studente, ha poi brillato come insegnante nello stesso movimento - uno dei migliori studiosi di economia politica e ideologia maoista. Aveva lavorato con diversi compagni, tra cui Com. S A Roof, un intrepido leader maoista.

SI è opposto fortemente alla linea idealista borghese che K Venu stava cercando di imporre al CRC-CPI (ML) [Comitato Centrale per la Riorganizzazione – Partito Comunista dell’India – Marxista Leninista) in Kerala e ha lavorato qui instancabilmente per sostenere e far crescere il movimento rivoluzionario. Le sue opere principali politiche includono Bhumi, Jati, Bandhanam (Terra, casta e lavoro servile), un originale e importante studio sulla terra, le riforme, le caste e le relazioni agrarie in Kerala, Contro l’Avakianismo, una critica ideologica di Bob Avakian, il leader dogmatico-revisionista del Partito comunista rivoluzionario degli Stati Uniti. Come uno dei principali pensatori e teorici maoisti, Ajith ha scritto diversi articoli significativi e risposte su questioni relative al genere e alla casta da una prospettiva maoista. È stato il direttore della rivista internazionale Un mondo da conquistare, pubblicato dal Movimento Rivoluzionario Internazionalista, un centro di coordinamento di vari partiti e forze maoiste di tutto il mondo. Un interessante aneddoto: da ragazzino aveva l’abitudine di viaggiare con il padre Karunakara Menon Kannampilly, Consigliere dell’Ambasciata indiana a Pechino (1958-1961), Repubblica popolare cinese, e una volta ha avuto la rara opportunità di mettere al collo del presidente Mao una ghirlanda in segno di saluto.
È stato arrestato dalla ATS (Anti Terrorism Squad) a Pune nel maggio dello scorso anno, e da allora è stato nel carcere di Yerwada. Già malato di cuore, aveva subito un intervento chirurgico con bypass, è stato ricoverato in ospedale il quinto di questo mese a causa di un dolore al petto. Ciononostante, le autorità gli hanno negato anche un infermiere ed è stato poi riportato alla prigione senza un adeguato trattamento. In una fase critica in cui il trattamento tempestivo ed esperto è fondamentale, le autorità in maniera disumana gli stanno negando anche questi diritti fondamentali. Nessuna accusa è stata formulata contro Murali; è stato arrestato applicando la draconiana UAPA (Unlawful Activities Prevention Act – Legge per la Prevenzione delle attività illecite). Egli è una delle tante vittime di questa legge draconiana, secondo cui le persone potrebbero essere arrestate per qualsiasi motivo e trattenute quasi indefinitamente senza alcuna accusa o prove contro di loro. Infatti, Murali è stato portato dinanzi al giudice solo una volta negli ultimi 15 mesi di reclusione.

Attivisti per i diritti umani stanno sollecitando le autorità affinché urgentemente assicurino un trattamento medico professionale per Murali, e permettano, per lo meno, che il figlio rimanga per aiutarlo o comunque concedergli la libertà provvisoria per motivi medici. Una recente dichiarazione, firmata da studiosi di fama mondiale, accademici e difensori dei diritti umani, tra cui Noam Chomsky, Gayatri Chakravorty Spivak, Partha Chatterjee, Anand Teltumbde, Prabhat Patnaik, Bernard D'Mello, Meena Kandasamy che invita le autorità "a garantire un processo equo, trasparente e rapido a Muraleedharan o rilasciarlo su cauzione" riflette la solidarietà e la protesta a livello internazionale contro l'intenzione dello stato indiano di mettere a tacere o addirittura di annientare i prigionieri politici e le voci di dissenso.

Prof. G Haragopal, Comitato Difesa, Comitato per la liberazione dei prigionieri politici
Varavara Rao, Presidente del Fronte Democratico Rivoluzionario, Fondatore Revolutionary Writers Association
Rajkishore, Segretario Generale, RDF
Prof. G N Saibaba, vice segretario, RDF
Varalakshmi, Segretario, Virasam (Revolutionary Writers Association)
Prof C Sheshayya, Presidente, APCLC
Prof. G Lakshman, Presidente del Comitato per le libertà civili Telengana.
Hyderabad
8 settembre 2016

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