lunedì 25 luglio 2016

Secondo appello nazionale e internazionale di proletari comunisti/PCm Italia sull'emergenza Turchia

L'appello per l'emergenza internazionale lanciato dal nostro Partito è l'indispensabile riferimento che proletari, masse popolari, partiti e organizzazioni comuniste, forze rivoluzionarie, democratiche e antimperialiste devono assumere e costruire tutte le iniziative urgenti e necessarie che la situazione in Turchia determina.

Apprezziamo e facciamo conoscere tutte le analisi che vengono fatte sul tentato golpe, sulla risposta di Erdogan ad esso, sulla collocazione di questi eventi nelle contraddizioni interimperialiste e nella incandescente situazione nell'area.
Ma in tutta sincerità dobbiamo dire che non è essenzialmente il tempo delle analisi.
La questione è che vi è stato un solo golpe, innescato da quello fallito, che è quello del regime fascista islamico di Erdogan. E' importante in questo momento aggiungere la parola islamico o islamista, perchè evidentemente la trasformazione ulteriore della dittatura fascista di Erdogan fa leva sull'organizzazione e scatenamento del fattore religioso e sullo sviluppo dell'integralismo, come cemento del consenso alla sua dittatura.
E' evidente che tocca alle forze all'interno della Turchia costruire la mobilitazione necessaria per fronteggiare la situazione.
Il nostro massimo sostegno va al TKP/ML, a MKP, alle forze rivoluzionarie militanti del MLKPE e di
Fronte popolare e all'intero movimento di liberazione Nord Kurdistan.
Noi pensiamo che queste forze debbano trovare una base di intesa per resistere al regime di Erdogan, per organizzare e armare il popolo contro di esso.
Queste forze debbono essere il nucleo di un fronte unito popolare che abbracci tutte le organizzazioni sindacali e le associazioni democratiche, il movimento degli studenti e nelle università e tutti coloro che sono oggetto della feroce repressione scatenata da Erdogan.
Ci sono dei fronti, però, che hanno un carattere assolutamente principale. Erdogan assume pubblicamente come bersaglio i “golpisti” e tutti coloro che li avrebbero sostenuti, ma sono realmente a rischio vita i prigionieri politici rivoluzionari turchi e curdi – compreso Ocalan – che il regime può massacrare.
Sono a rischio tutti i militanti comunisti rivoluzionari, i giovani e le organizzazioni delle donne, che hanno sempre combattuto Erdogan, il regime militare e tutte le forze reazionarie e pro imperialiste della Turchia.
Sono a rischio genocidio le masse popolari del Nord Kurdistan, verso cui il regime di Erdogan ha ampiamente dimostrato di sviluppare una politica genocida.
Su questi tre fronte, ogni paese, ogni territorio è “Turchia”. In particolare nei paesi dove esiste una grande massa di immigrati turchi e curdi, in particolare nelle città dove esistono ambasciate, consolati turchi e realtà economiche, industriali che fanno riferimento ai padroni turchi e a tutti coloro che fanno affari con la Turchia.
E' importante la mobilitazione dei sindacati di tutti i paesi per difendere gli attivisti sindacali, le organizzazioni sindacali, le lotte operaie; così come è importante la più ampia mobilitazione di scuole e università, sapendo che questo tipo di mobilitazione sarà soprattutto da settembre in poi che si potrà sviluppare.
Sin da subito va considerato il fronte particolare delle donne turche e curde, verso cui il regime scatena la repressione e l'imposizione violenta delle regole dell'integralismo islamico, facendo leva sulla base di massa reazionaria che sostiene il golpe.
Tutte le forme di lotta contro il regime di Erdogan sono necessarie, tutte vanno organizzate, tutte vanno sostenute.
In Italia e nei paesi imperialisti bisogna denunciare con forza il sostanziale appoggio alla dittatura di Erdogan. Le parole “critiche” che si esprimono circa la difesa della democrazia e dei diritti umani in Turchia e circa l'ingresso ora della Turchia nella UE, non nascondono che la Turchia di Erdogan resta il puntello importante dell'imperialismo Usa, dei governi imperialisti europei, a partire dalla Germania, della Nato e dell'imperialismo italiano, tutti impegnati nella più generale aggressione imperialista ai popoli nel Medio Oriente e nel Mondo Arabo.
Ciò non toglie che si debba chiedere anche ai governi con tutti i mezzi necessari che il regime di Erdogan sia isolato, gli ambasciatori ritirati, i rapporti economici, politici, diplomatici e militari sospesi, fino alla revoca dello stato di emergenza e la fine della sospensione dei diritti umani, dell'azione di repressione generale che viola anche tutti i diritti umani previsti dall'Onu, dalla Ue, ecc.
IL FASCISMO NON PASSERA'!
ORA E SEMPRE RESISTENZA!
MORTE AD ERDOGAN E ALL'IMPERIALISMO!
LIBERTA' PER I PROLETARI E I POPOLI!
SOLIDARIETA' INTERNAZIONALE E INTERNAZIONALISTA!

Proletari comunisti – PCm Italia
24 luglio 2016

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