venerdì 29 aprile 2016

Sciopero generale in Dandakaranya 4-5 maggio indetto dal PCI (Maoista)

Partito Comunista dell'India (Maoista)
Comitato Speciale di Zona Dandakaranya



Appello:
Facciamo  del DANDAKARANYA BANDH del 4 e 5 maggio un grande successo!
intensifichiamo un mese di CAMPAGNA DI RESISTENZA contro le DEPORTAZIONI!


Con l'obiettivo di portare all'attenzione del paese e del mondo il problema delle deportazioni in Dandakaranya; per proteggere il Jal-Jungle-Zameen, le risorse, l'identità, la stessa esistenza e l'autorispetto degli Adivasi; per fermare la devastazione ambientale, il DKSZC del PCI (Maoista) invita il popolo e i democratici a fare del DANDAKARANYA BANDH di 48 ore proclamato per il 4 e 5 maggio un grosso successo e a intensificare un mese di CAMPAGNA DI RESISTENZA per tutto maggio.
Il nostro partito fa appello a organizzare durante il Bandh incontri pubblici, conferenze, seminari, marce, manifestazioni, presidi contro tutti i progetti distruttivi in Chhattisgarh e Maharastra, cioè i piani di grandi impianti minerari, dighe, oleodotti, basi aeree, scuole di formazione dell'esercito, parchi nazionali, linee ferroviarie.
Il nostro partito fa anche appello a lanciare un mese di campagna di resistenza in maggio, per fermare i progetti distruttivi delle grandi imprese nazionali e multinazionali. Invitiamo anche a realizzarer azioni di sabotaggio.
Una volta avviati questi progetti, decine di migliaia di persone in Dandakaranya appartenenti alle antiche tribù Maria, Muria, Dorla, Halba, Dhurva, Bhatra, Uraon, Gond, Rajgond e agli antichi gruppi non tribali Raut, Kalad, Mahara, Marar, Panka, Ganda, Telanga, Dhakad, Sundi, Kumhar, Luhar, Kudak, Banjara, Dhobi, Nau, Kenvat, Ghadva, Ghasia saranno deportate, cancellate, massacrate in massa. Decine di migliaia di ettari di terreni agricoli e foresta saranno distrutti. I fiumi gravemente inquinati. L'inquinamento atmosferico, idrico e acustico raggiungerà livelli senza precedenti. Nell'insieme, sarebbe un grave disastro per l'ambiente. Gli effetti sulle piogge monsoniche saranno seri e pesanti e si creerà una situazione grave siccità. Lo stile di vita, la cultura, la stessa esistenza di questi popoli e ogni loro bene saranno distrutti. Si incrementerà sempre più l'estrazione indiscriminata delle risorse naturali, a solo vantaggio dei super-profitti dei capitalisti. Le generazioni future saranno lasciate senza risorse.
Opponiamoci con forza al modello di sviluppo neocoloniale portato avanti dai governi centrale e statale, che è in realtà è modello di razzia e sfruttamento.
Opponiamo alla rapina delle nostre ricchezze e risorse naturali in nome dello sviluppo.
Il nostro partito invita tutti a farsi avanti per contrastare e combattere la Operazione Green Hunt, che in realtà è  una guerra ingiusta combattuta dai governi centrale e statale contro il popolo allo scopo di schiacciare il prima possibile la guerra popolare rivoluzionaria e le lotte popolari contro le deportazioni per consegnare le risorse del Dandakaranya nelle mani delle grandi imprese.
Facciamo anche appello ai democratici, alle organizzazioni per i diritti umani e ai media dalla parte del popolo a sostenere i movimenti di massa contro la deportazione, per salvaguardare un vero modello di sviluppo del popolare che si stanno realizzando attraverso i comitati popolari rivoluzionari, i SARKARS JANATANA.

Saluti rivoluzionari
Vikalp
portavoce, Comitato Speciale di Zona Dandakaranya
Partito Comunista dell'India (Maoista)

martedì 26 aprile 2016

La guerra popolare in India all’attacco



Il Partito Comunista dell'India (Maoista), fuorilegge, ha rivendicato la responsabilità per l'uccisione di sette membri della Central Reserve Police Force avvenuta per l'esplosione di un ordigno artigianale (IED) nel distretto di Dantewada nel Bastar il mese scorso. "L'attacco di Malewara contro la CRPF è stata una risposta coerente contro il regime di sfruttamento di Modi-Raman Singh e una vendetta per i martiri del nostro partito. L'attacco è stato parte della risposta del nostro Esercito Guerrigliero Popolare di Liberazione (PLGA) al governo della missione in Chhattisgarh 2016 contro di noi", dice un comunicato diffuso dall’ufficio di zona meridionale del CPI (Maoista).
"Il governo del Chhattisgarh sta portando avanti una campagna chiamata 'Missione 2016' per spingere i maoisti fuori dal Bastar. In nome di questa missione, le forze di sicurezza portano avanti attacchi contro i villaggi del Bastar. I civili locali vengono molestati e vengono bollati come 'maoisti garantiti’. "La gente del Bastar viene buttata nelle carceri con false accuse. Con la scusa degli scontri armati, i tribali locali sono stati uccisi a sangue freddo. Dal gennaio di quest'anno, più di 50 civili locali del Bastar e quadri del nostro partito sono stati uccisi in falsi scontri", afferma l’organizzazione messa al bando.


http://www.thehindu.com/news/national/other-states/dantewada-attack-was-revenge-maoists/article8505715.ece

sabato 23 aprile 2016

La guerra popolare strappa regioni al governo fascista e filoimperialista di Modi

15 aprile lo sciopero totale (bandh) del Dandakaranya contro il dispiegamento di IAF nell’Operazione Green Hunt ha avuto grande successo


Vijayawada sotto l’ombra dei maoisti?

VIJAYAWADA: I maoisti potrebbero gettare un'ombra sulla capitale della regione di Amaravati nel prossimo futuro, se la storia sanguinosa scritta dagli ultras nella forma precedente chiamata People’s War Group (PWG – Gruppo Guerra Popolare) nella regione di Palnadu, e tutti i tentativi percepiti per fare sentire la loro presenza nella regione della capitale, ne sono segni. Si dice che gli estremisti siano pronti a riprendersi il loro territorio nella regione di Palnadu contigua alla regione della capitale tenendo in conto l’arretratezza totale, i conflitti di casta, i poveri impianti di irrigazione e la perdita di posti di lavoro in agricoltura indotti dalla meccanizzazione agricola. Un paio di squadre armate del partito maoista attive nelle foreste di Nallamala si dice abbiano inviato i loro emissari presso le loro vecchie basi per uno studio di “fattibilità” nella regione di Palnadu. L’apparizione di manifesti dei maoisti con un avvertimento che punisce gli strozzini nei villaggi di Palnadu di recente dà forza ai rapporti che indicano il loro tentativo di ricostruire le loro vecchie basi.
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Recrudescenza del movimento Naxalita nel Telangana, dati alle fiamme un hotel nella foresta e una jeep

L’albergo nella foresta Tadvai pensione foresta e la jeep, presumibilmente bruciata dai maoisti.

Un albergo nella foresta e una jeep sono stati dati alle fiamme, presumibilmente da Naxaliti, presso la sede Mandal Tadvai tra Warangal e Eturunagaram nel Telangana, nella notte tra venerdì e sabato. L’albergo è stato recentemente rinnovato e alcune capanne sono state costruite dal dipartimento forestale per favorire il turismo e attrarre visitatori nello Stato. L'impianto era rimasto fermo per molti decenni a causa dei timori di attacchi Naxaliti nelle fitte foreste. Ma visto che il movimento naxalita sembrava scomparso, il Dipartimento forestale di recente lo aveva rinnovato.

Nota da parte dei ribelli

domenica 10 aprile 2016

CON IL SIT IN AL CENTRO CITTA' CONCLUSA A TARANTO LA SETTIMANA DI AZIONE INTERNAZIONALE PER L'INDIA - Molto interesse tra i giovani, studenti, operai

Sabato sera in piazza Maria Immacolata, mostra, volantinaggio, diffusione di materiali, molte discussioni, che hanno portato anche nel centro di Taranto questa importante campagna che si è svolta contemporaneamente in tante città italiane, da Milano, a Bergamo, da Roma a Palermo, a L'Aquila, ma soprattutto in tanti paesi europei e nel mondo. 
Un sit-in per portare l'informazione su questo grande paese di cui qui nella nostra città si parla solo per i "marò" o per gli "affari", come la probabile acquisizione dell'Ilva da parte della multinazionale indiana Mittal; mentre si nasconde la realtà di oppressione, di massacri verso le popolazioni, in particolare adivasi da parte del governo fascista di Modi per conto delle multinazionali, si nasconde l'attacco agli operai, fatto con leggi simili a quelle del jobs act di Renzi, si nasconde la feroce repressione in atto verso studenti, docenti universitari, colpevoli di lottare contro il governo fascista Modi o di stare dalla parte dei comunisti maoisti. Ma si nasconde soprattutto che in India è in atto la più grande guerra di popolo che lo Stato cerca inutilmente di fermare rinchiudendo nelle carceri tantissimi prigionieri e prigioniere politiche, a cui riserva torture, e verso le donne anche stupri e ogni sorta di violenze sessuali.

Questa informazione, portata dallo Slai cobas sc e da proletari comunisti, ha suscitato ieri interesse, solidarietà verso i prigionieri politici, voglia di continuare a sapere, soprattutto da parte dei giovani.


Questo lo si è visto bene anche all'Università di Taranto vecchia, dove due giorni prima è stata anche portata la mostra e materiali sulla repressione verso studenti e professori.
La maggioparte dei giovani era stupita, perchè per la prima volta sentivano cosa accade realmente in India: "Non sapevo - diceva qualcuno - nessuno ce ne parla mai".
Alcuni studenti universitari si sono presi l'appello, che sta raccogliendo tantissime firme di professori e studenti a livello internazionale, per la libertà dei docenti, tra cui il Prof. Saibaba, e degli studenti arrestati in India, per portarlo all'interno dell'università e sottoscriverlo.


Ma l'India è mai come in questo periodo vicina. Padroni indiani e padroni italiani si uniscono per acquistare a "prezzi stracciati" l'Ilva, e operai indiani e operai italiani devono trovare una ragione in più per sentirsi uniti anche a migliaia di Km di distanza.
Per questo un altro momento importante di questa settimana di solidarietà, è stato l'assemblea di martedì 5 aprile nella sede dello Slai cobas, con la presenza di operai Ilva, altri lavoratori e lavoratrici, in cui operai e ambientalisti, è intervenuto Marescotti di Peace Link, hanno discusso di come queste grandi multinazionali come la ArcelorMittal sfruttano e opprimono le popolazioni e gli operai in India e cosa faranno all'Ilva.
La serata è stata preceduta dalla visione di un video che mostra l'opposizione di massa, compresi tantissime donne e bambini, delle popolazioni adivasi che non vogliono essere deportate per i profitti delle multinazionali dell'acciaio, e mostra l'azione infame della polizia ed esercito dello Stato fascista indiano per conto dei padroni, a cui però le popolazioni rispondono con una mobilitazione sempre più forte, prima non violenta ma poi, per forza, anche armata di fronte alla violenza armata dello Stato, che arriva anche a bombardare i villaggi e la popolazione.
Questo video ha suscitato un dibattito, in alcuni momenti anche acceso, con gli ambientalisti, che utilizzavano le prime fasi non violente dell'opposizione delle popolazioni e l'azione di alcuni sindaci indiani anti multinazionali per dire che questa della non violenza sarebbe la strada giusta in India come a Taranto per opporsi all'attacco alla salute, ambiente e lavoro.
Ma la realtà non è questa, è stato detto da compagni di proletari comunisti. In India è in atto da 10 anni una vasta guerra popolare, le cui fila vengono sempre più ingrossate proprio da uomini, donne, di quelle popolazioni adivasi che si vedevano nel filmato. E anche a Taranto, dove purtroppo, dopo i due anni caldi 2012/2013, non c'è neanche un'opposizione non violenta, l'unica strada per far pesare gli interessi alla salute, all'ambiente, al lavoro di operai e abitanti dei quartieri sarebbe quella di bloccare fabbrica e città; strada che invece viene osteggiata proprio da ambientalisti, "liberi e pensanti", "non violenti", che così lasciano che l'unica violenza sia quella dei padroni, del governo e dello Stato.
A questa posizione impotente, che si affida solo ai ricorsi, esposti legali, hanno risposto nell'assemblea alcuni operai dell'Ilva che invece hanno detto che "Anche noi  operai dobbiamo ribellarci!", "Bisogna ribellarci!"
La conclusione dell'assemblea ha visto nello stesso tempo una comune speranza: c'è bisogno di una grande internazionale, di un collegamento internazionale di tutte le lotte sindacali, politiche, dei diritti umani.

Milano: la settimana di solidarietà coi Prigionieri Politici in India e Sostegno alla Guerra Popolare si conclude sotto il Consolato


sabato 9 aprile 2016

Settimana internazionale di azione 2-9 Aprile 2016 per la libertà incondizionata di tutti i prigionieri politici in India e nel mondo - altre iniziative a Palermo



 AL CENTRO STORICO E PRESSO SCUOLE SUPERIORI




 SOSTENERE LA GUERRA POPOLARE IN INDIA 




L'assemblea di lavoratori e precari presso la sede dello Slai Cobas per il sindacato di classe, in cui si è letto l'appello del Comitato Internazionale di Sostegno alla Guerra Popolare in India ha mandato un messaggio di forte solidarietà ai prigionieri e alle prigioniere politiche in India e in tutto il mondo. 
Una donna lavoratrice a nome dei presenti con commozione, guardando anche le foto della mostra allestita, ha detto" la lotta di questi compagni e compagne ci incoraggia ad andare avanti perchè ci rendiamo conto di non essere soli! In un paese imperialista è difficile portare avanti le lotte contro i padroni, il governo sempre più moderno fascista e a volte ci sentiamo come una goccia a sè... ma se invece allarghiamo la visuale prendiamo coscienza di essere in tanti della classe del proletariato... la lotta rivoluzionaria ma anche la sofferenza di questi uomini e donne dell'India ma non solo, non è affatto vana, ma è giusta e più che legittima contro chi vuole distruggere la nostra vita... lottare per un sistema migliore per l'umanità dà il senso quando ci sentiamo a volte scoraggiati e anche le nostre lotte seppur piccole, a volte, si rafforzano guardando alla lotta e alla resistenza difficile ma forte di  questi compagni... la repressione borghese non ci deve fare paura... le donne dell'India che lasciano tutto, anche i loro piccoli figli, per andare a combattere per difendere e affermare il diritto alla piena dignità di vita sono un esempio prezioso di che cosa vuole dire per noi donne lottare contro l'intera società che ci vuole tenere incatenate..."


                  
                Volantinaggio e affissione all'Università
dalla breve cronaca di un compagno:  ieri giorno 8 aprile si è proseguito con la campagna India alla mensa dell' Università di Palermo. Il volantino dell'appello diffuso ha suscitato in alcuni studenti curiosità e interesse sulla situazione delle università indiane e ovviamente se non siamo noi a portare queste notizie, in molti non ne sono a conoscenza.
Agli studenti è stato spiegato il volantino, approfondendo alcuni punti sulla guerra popolare in India guidata dal PCM dell'India,  aspetti di quello che avviene nelle università dove vengono arrestati studenti e professori, come il Prof Saibaba, colpevoli di stare dalla parte del popolo oppresso dal governo fascista di Modi che scatena una vera e propria guerra genocida contro le masse popolari indiane che si ribellano alla pesante oppressione subita. Un professore che ha preso l'appeIlo ne ha approvato il contenuto, e nel parlargli del  fascismo di Modi in India, ha ribadito  che anche in Italia con Renzi non è che siamo in una democrazia. Si è discusso quindi del Governo Renzi che fa accordi economici e alleanze con governi fascisti come quello di Modi in India, Erdogan in Turchia o Al-Sisi in Egitto dove poi accade il gravissimo assassinio del giovane Regeni,  e della necessità di lottare contro il governo "in casa propria"... 
 

DALLE PRIGIONIERE POLITICHE INDIANE, ALCUNE FORTI TESTIMONIANZE - LIBERTA' PER LE PRIGIONIERE POLITICHE! (va avanti la campagna in tutto il mondo - dal 2 al 9 aprile - per i prigionieri politici in India)

"Incatenate mani e piedi, anche durante la gravidanza e il parto, prese a bastonate, stuprate in carcere e nelle stazioni di polizia, fino a farne fuoriuscire l’utero dal corpo, il sangue dalle urine, scosse elettriche sulle piante dei piedi, diventati neri. Impiccate, impalate, stuprate, uccise..."

"...Anche dopo che ha avuto un cesareo le hanno incatenato mani e piedi per due settimane nell'ospedale del carcere, mormora Soni. "Lei non era in grado di nutrire il suo bambino e avrebbe continuato a richiedere al carceriere di sciogliere una mano alla volta, mentre nutre la figlia. Il carceriere urlava verso di lei e le diceva di non cercare scuse... "

"...Durante i suoi 15 giorni di fermo della polizia presso Borguda, Sukma e le stazioni di polizia nel Dantewada, a 16 anni Hidme fu violentata e picchiata con bastoni da parte della polizia. Presto notò sangue nelle urine, Soni ci dice: 'L'utero di Hidme scivolò fuori dopo le torture che ha subito. Nonostante il dolore, ha cercato di rimetterlo senza successo. Il giorno dopo, ha cercato di tagliare con una lama. Fu allora, gli altri detenuti sono intervenuti ed è stata portata in ospedale dove è stata operata. Quei 12 punti ricordano a Hidme dei giorni dei quali non parlerà mai...".

Azione a Palermo del Mfrp nel corso della settimana
Così sono trattate le donne ribelli, le prigioniere politiche in India, nel paese citato come "la più grande democrazia del mondo”, con la complicità dell’imperialismo nostrano.

In India, le forze armate governative e paramilitari hanno nello stupro una delle più bestiali armi di guerra contro le masse popolari. Nelle vastissime zone dell'India fuori dalle mega città, e soprattutto nelle zone dove è in corso la guerra popolare, gli stupri, le uccisioni delle donne da parte delle forze militari sono una normalità, così come gli stupri che accompagnano sempre le torture quando le donne che fanno la guerra popolare vengono arrestate.

Moltissime donne, compagne hanno fatto, però, della violenza, degli stupri subiti la leva per ribellarsi, oggi costituiscono una parte importante della guerra rivoluzionaria del popolo lottando contro il governo fascista di Modi e lo Stato indiano, che in realtà temono la numerosa presenza delle donne nella guerra popolare e cercano di contrastarne con ogni mezzo l'adesione e partecipazione. Queste donne vengono dalla ribellione ai retaggi feudali, alle tradizioni del matrimonio forzato, del rapimento delle donne, alle violenza e alle bestiali mutilazioni...

Questo fa di questa guerra di popolo un fenomeno internazionale della lotta di liberazione delle donne e della rivoluzione nella rivoluzione, per combattere sui due fronti, della lotta di classe e della lotta di genere, necessaria alle masse femminili per affermare il loro cammino e portare una visione generale, trasformante della lotta di rivoluzionaria.

DALL'INDIA ALL'ITALIA, I PADRONI SONO UNITI NELLO SFRUTTAMENTO E REPRESSIONE - GLI OPERAI DEVONO UNIRSI NELLA SOLIDARIETA' INTERNAZIONALISTA


ANCHE ALLA FCA SATA DI MELFI LA SETTIMANA INTERNAZIONALE
NELLE FABBRICHE VERSO GLI OPERAI

 IN SOLIDARIETA' CON I PRIGIONIERI POLITICI IN INDIA, CON LE MASSICCE LOTTE DEI PROLETARI, STUDENTI, MASSE POPOLARI INDIANE, CONTRO I GRANDI PADRONI DELLE MULTINAZIONALI
GLI STESSI CHE VERRANNO IN ITALIA ALL'ILVA O CHE GIA' SONO UNITI AI NOSTRI PADRONI ITALIANI

giovedì 7 aprile 2016

CAMPAGNA A SOSTEGNO DEI PRIGIONIERI POLITICI - PALERMO


Libertà per le prigioniere politiche in India e nel mondo
Viva la doppia lotta rivoluzionaria delle donne
MFPR



MFPR

Milano: la campagna di solidarietà coi prigionieri politici indiani all'Università Statale

Volantinaggio e attacchinaggio agli studenti, docenti dell'università milanese

Dall'Aquila all'India Libertà per i prigionieri politici, in India e in tutto il mondo

Striscione e manifesti della campagna internazionale di sostegno alla GP in India davanti alla corte d'appello dell'Aquila
L'Aquila, 6 aprile 2016 - A 7 anni dal sisma, a 7 anni da quelle risate e dopo 7 anni di "affari" sui "nostri" morti e su quelli degli "altri", poche sono le voci che si sono alzate contro le stragi impunite degli innocenti, contro le morti di Stato, contro gli assassini per il profitto, contro le stragi imperialiste di questo sistema capitalistico.
Un giorno come tanti il 6 aprile, ma non per tutti, non qui a L'Aquila.
A L'Aquila si fa fatica in un giorno come questo, a tessere la tela che ci unisce ai proletari di tutto il mondo, figurarsi ai prigionieri politici in India e in tutto il mondo...

Il 6 aprile è diventato per questa città un macabro rituale istituzionale, per coprire le responsabilità delle istituzioni e dei padroni di tutto il mondo e mettere a tacere le voci della solidarietà proletaria e internazionalista.

Lo striscione affisso per Giulio Regeni davanti al Comune dell'Aquila il 12 febbraio, è stato staccato probabilmente la sera stessa, ma oggi sul Centro c'era la testimonianza di una donna, Renza Bucci, che si unisce al dolore della famiglia di Giulio Regeni: "Non riesco neanche più a piangere, le lacrime arrivano agli occhi e tornano indietro, come dice la mamma di Giulio Regeni. Nessuno può capirla più di me".
Renza ha perso una figlia, la bimba che portava in grembo, il genero e il nipotino in un appartamento di via Fortebraccio. "le tragedie sono un affare per tutti, tranne per chi ha perso una persona" conclude Renza.

il movimento antagonista è costretto a parlare della situazione in India, ma non sostiene la campagna internazionale per la libertà dei prigionieri politici in India e nel mondo.



da infoaut
Mercoledì 06 Aprile 2016 20:32 

INDIA, RIPRESA DELLA LOTTA E GUERRIGLIA TRA NAXALITI ED ESERCITO

Il People's Liberation Guerrilla Army è l'organizzazione armata espressione del partito comunista d'India che, dalla rivolta dei contadini di Naxalbari nel 1967, combatte contro il governo indiano, espressione del latifondo e strenuo difensore degli interessi delle compagnie private. L'organizzazione controlla ampi tratti del sud est del paese e si scontra giornalmente con i paramilitari delle grandi compagnie multinazionali e con le unità antiguerriglia create ad hoc dell'esercito indiano, che, tra le altre cose, sono colpevoli di pesanti ritorsioni nei confronti dei contadini.

Prigionieri politici indiani indicono sciopero della fame nella sezione speciale del carcere di Bhanjanagar

 A Berhampur cinque prigionieri in attesa di giudizio, di cui tre donne, detenuti nella sezione speciale del carcere di Bhanjanagar, distretto di Ganjam, accusati di coinvolgimento in attività dei maoisti venerdì hanno lanciato uno sciopero della fame. I detenuti chiedono un processo più rapido o il rilascio su cauzione. Hanno anche richiesto il riconoscimento dello status di prigioniero politici.
Fonti ufficiali hanno identificato i detenuti come Kandra Dalabehera, Kadam Bajali, Telem Soni, Malati Majhi e K Anita.
Tutti sono in prigione da più di quattro anni, dicono le stesse fonti. Il processo è rallentato dai testimoni, per lo più gli agenti di polizia, che non si presentano. Su ognuno di loro pendono dagli otto ai dodici casi, dicono le fonti.
Hanno rifiutato la colazione e il pranzo. “Stiamo cercando di convincerli a prendere il cibo”, ha detto il sovrintendente U K Mohapatra. Ha aggiunto che le loro richieste sono state trasmesse al tribunale locale.
Secondo le fonti, la maggior parte dei prigionieri in sciopero sono state trasferiti alla sezione speciale di Bhanajangar dal carcere di Berhampur. Già il 6 maggio dello scorso anno, avevano fatto ricorso uno sciopero della fame nella stessa sezione speciale, sospeso dopo 3 giorni dietro assicurazione delle autorità che avevano assicurato di soddisfare le loro richieste.
Narendra Mohanty e Biswapriya Kannungo, promotore e consigliere della ONG dell’Odisha “campagna contro le montature poliziesche”, hanno espresso solidarietà ai detenuti in attesa di giudizio in sciopero, esigendo la liberazione incondizionata dei cinque.

Taranto la campagna India invade di striscioni città vecchia-centro città- zona universitaria-tribunale-Ilva



Libertà per il dr Saibaba, per gli studenti perseguitati, per tutti i prigionieri politici! Modi fascista servo dell'imperialismo!

Appoggiamo la campagna internazionale 
del comitato di sostegno alla guerra popolare in India
Oggi volantinaggio e affissione all'università La Sapienza a Roma

LIBERTA' PER LE PRIGIONIERE POLITICHE IN INDIA E IN TUTTO IL MONDO!

(Dal blog femminismorivoluzionario)


LIBERAZIONE DI TUTTI I PRIGIONIERI POLITICI IN INDIA!

BASTA CON LE TORTURE, LE VIOLENZE SESSUALI, GLI STUPRI
CONTRO LE PRIGIONIERE POLITICHE!

AL FIANCO DELLE COMPAGNE MAOISTE CUORE DELLA PIU' GRANDE
GUERRA POPOLARE IN INDIA

In India, considerata “la più grande democrazia nel mondo” dagli Stati e governi imperialisti, compreso il nostro, e il governo Renzi, in Italia, è dove viene portata avanti la più feroce, vasta repressione verso il popolo, in particolare adivasi, per imporre gli interessi delle grandi multinazionali e della casta dei ricchi dominante.
Verso le donne questa repressione si accanisce in maniera atroce, unendo la violenza delle armi della polizia e dell'esercito a quella delle violenze sessuali, degli stupri, usati come armi di guerra.

Ma a questa brutale repressione, agli stupri, uccisioni nei villaggi, come nelle città, che restano volutamente impuniti, alle tante oppressioni che subiscono - imperialista, dello Stato Indiano, feudale/patriarcale, di casta - le donne sempre più stanno rispondendo in maniera massiccia, con oceaniche manifestazioni e proteste.
Ma soprattutto, le donne in India sono diventate il cuore e la forza più determinata della più grande guerra di popolo nel mondo condotta dal Partito Comunista Maoista dell'India, rendendo effettivamente la guerra popolare una guerra di massa.

Questo fa paura allo Stato indiano e al governo fascista di Modi che risponde incarcerando centinaia di donne e accanendosi, con i suoi aguzzini nelle carceri, in particolare contro le prigioniere politiche, contro le comuniste maoiste, usando verso di esse torture sessuali, stupri della polizia, bestiali mutilazioni sessuali, nel tentativo inutile e disperante di colpirle come donne e come combattenti rivoluzionarie.
Ma si illudono! Il ruolo e la forza delle donne nella guerra popolare diventa ogni giorno più grande e determinante per la liberazione di tutto il popolo e di tutte le catene, attraverso una rivoluzione nella rivoluzione.
Esse sono un riferimento per le lotte di tutte le donne oppresse nel mondo!

Il Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario in Italia chiama le donne, che più subiscono anche nel nostro paese doppio sfruttamento e oppressione, le compagne rivoluzionarie, il movimento femminista sincero ad unirsi, in questa settimana (dal 2 al 9 aprile) di azione internazionale per la liberazione dei prigionieri politici, a mandare messaggi, fare iniziative per la liberazione di tutte le prigioniere politiche in India, per pretendere la fine delle torture sessuali, stupri contro le donne nelle carceri.

Nello stesso tempo, in questa campagna di solidarietà internazionale, vogliamo denunciare e chiamare alla mobilitazione per tutte le prigioniere politiche rivoluzionarie nelle carceri del mondo - dalla Turchia del fascista Erdogan, al Kurdistan, alla Palestina contro lo Stato sionista di Israele, alla stessa Italia, ecc. - considerate “pericolose” perchè sfidano gli Stati, i loro regimi sanguinari e oppressivi, le loro guerre, e indicano a tutte le donne la strada rivoluzionaria per la liberazione.
Vogliamo ricordare in particolare, le compagne turche e curde di Yeni Kadin-Atik arrestate per l'azione congiunta dello Stato turco e della “democratica” Germania della Merkel, per colpire chi lotta dalle piazze della Turchia, a Kobane, alle cittadelle imperialiste.
E nel nostro paese, le detenute politiche, come Nadia Lioce, rinchiuse col regime del 41bis, una tortura bianca, per punire chi non si è pentita a questo Stato infame.

LIBERTA' PER TUTTE LE PRIGIONIERE POLITICHE!
VIVA LA LOTTA RIVOLUZIONARIA DELLE DONNE IN TUTTO IL MONDO!

5 aprile 2016

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario
mfpr.naz@gmail.com – blog femminismorivoluzionario